SIAMO STATI A LANZAROTE TREKKING SULL’ISOLA DEL FUEGO

report del trekking di 7 giorni a Lanzarote

il Team di Ossolalpine

5/9/20252 min read

Lanzarote ci ha accolti come solo un’isola selvaggia e autentica sa fare: con il vento dell’Atlantico che scompiglia i pensieri, il profumo della salsedine nell’aria e la promessa di avventura che si respira in ogni angolo. È stato un viaggio che ha risvegliato in noi un senso di libertà primordiale, come se ogni passo sui sentieri vulcanici fosse un ritorno alle origini, un invito a lasciarci alle spalle la quotidianità per abbracciare la meraviglia della natura incontaminata.

Appena arrivati, abbiamo capito che Lanzarote non è solo una meta: è una dimensione parallela, sospesa tra terra e fuoco, dove il paesaggio sembra scolpito dalla fantasia di un artista visionario.
Le distese laviche si alternano a spiagge dorate, le case bianche con infissi verdi e azzurri risplendono sotto un sole che sembra non tramontare mai, e l’energia dell’isola pulsa forte, invitandoci a esplorare senza sosta.

Ogni giornata iniziava con la voglia di scoprire qualcosa di nuovo: un sentiero che si perdeva tra i crateri neri del Parco Nazionale di Timanfaya, dove il terreno ancora caldo racconta storie di eruzioni e di rinascita. Camminare qui è come attraversare un paesaggio lunare, tra fumarole che sibilano e rocce dai colori impossibili, mentre il vento trasporta l’eco di antiche leggende. Ci siamo sentiti piccoli di fronte alla potenza della natura, ma anche immensamente grati di poterla vivere così da vicino.

Poi c’era la baia di Famara, il paradiso dei surfisti, dove le onde si infrangono con forza e il cielo si confonde con l’oceano. Qui abbiamo imparato che il tempo, a Lanzarote, scorre in modo diverso: le ore volano tra una camminata e l’altra, tra una pedalata in mountain bike e una nuotata rinfrescante, fino a quando il sole si tuffa nel mare e tutto si tinge di arancio e oro. È il momento perfetto per un aperitivo sulle sponde dell’Atlantico, con il rumore delle onde a fare da colonna sonora.

Lanzarote è anche arte, cultura e tradizione. Abbiamo scoperto il genio di César Manrique, che ha saputo fondere l’arte con la natura in un abbraccio indissolubile: i suoi interventi sono ovunque, dal Mirador del Río con le sue vetrate mozzafiato sulla scogliera, ai Jameos del Agua, grotte vulcaniche trasformate in spazi magici dove la musica e la luce creano atmosfere irreali. Visitare il Giardino dei Cactus, con migliaia di esemplari provenienti da tutto il mondo, è stato come passeggiare in un’opera d’arte vivente.

Non sono mancati i momenti di relax e convivialità: le serate trascorse nei teleclub, antichi circoli di paese dove assaporare la cucina locale e lasciarci coinvolgere dalla gentilezza degli isolani, hanno completato l’esperienza. Abbiamo assaggiato vini cresciuti nella terra nera della Geria, curiosato tra i mercatini di Teguise e ci siamo persi tra le stradine di villaggi dove il tempo sembra essersi fermato.

E poi l’escursione a La Graciosa, l’isola sorella, ancora più selvaggia e desertica, dove abbiamo camminato su sentieri polverosi e ci siamo sentiti davvero lontani da tutto, immersi in una pace
quasi irreale.

Otto giorni sono volati, ma le emozioni vissute in questa terra di contrasti resteranno con noi per sempre. Lanzarote ci ha insegnato che la vera avventura è lasciarsi sorprendere, che la libertà si trova nei paesaggi che tolgono il fiato e nelle piccole cose: un tramonto infuocato, il sorriso di un compagno di viaggio, il silenzio di una notte stellata. È un’isola che non si lascia raccontare facilmente, ma che si fa sentire nel cuore, ogni volta che chiudiamo gli occhi e ripensiamo a quella settimana indimenticabile.